Dal 31 agosto al 1° settembre 2025, la città cinese di Tianjin ospiterà il vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Sco), uno degli appuntamenti geopolitici più rilevanti dell’anno. Oltre venti capi di Stato e dieci rappresentanti di organizzazioni internazionali, tra cui Vladimir Putin, Narendra Modi e Antonio Guterres, si incontreranno per discutere di cooperazione, sviluppo e stabilità globale (Reuters).
La scelta della sede del vertice non è casuale: Tianjin, grande porto del nord della Cina e nodo strategico della Belt and Road Initiative, rappresenta un simbolo dello sviluppo economico e dell’apertura internazionale di Pechino. Negli ultimi anni è diventata un crocevia per la cooperazione eurasiatica, ospitando numerosi eventi strategici della SCO (Kazinform).
Fondata nel 2001, ma con radici che risalgono al 1996, la Shanghai Cooperation Organization nasce come alleanza regionale per garantire sicurezza, stabilità e sviluppo. Inizialmente limitata a Cina, Russia e Stati dell’Asia Centrale, l’organizzazione si è progressivamente ampliata fino a includere India, Pakistan, Iran e, dal 2024, anche la Bielorussia.
Con il tempo, la Sco si è trasformata in un blocco politico ed economico alternativo a G7 e Nato, coprendo circa un quarto del Pil globale e un terzo della popolazione mondiale.
Il summit di Tianjin assume una doppia valenza. Da un lato, rappresenta un momento cruciale di diplomazia multilaterale in un contesto internazionale segnato da tensioni crescenti (Arab News). Dall’altro, rafforza l’immagine della Cina come leader del Sud Globale e promotrice di un ordine multipolare. Non a caso Pechino ha recentemente criticato l’“egemonismo occidentale”, accusando gli Stati Uniti di anteporre i propri interessi alla pace globale (Bloomberg).
Il vertice si svolgerà sotto lo slogan “Promuovere lo spirito di Shanghai: la Sco in azione” e si concluderà con la Dichiarazione di Tianjin e un piano strategico che guiderà l’organizzazione fino al 2035. Tra le priorità figurano il rafforzamento della cooperazione economica e digitale, l’ampliamento dei canali commerciali tra Asia e Medio Oriente, il contrasto alle minacce transnazionali e una maggiore integrazione culturale e formativa tra i Paesi membri (Ansa).
Nonostante le sue ambizioni, la Sco è attraversata da differenze profonde tra i suoi membri. India e Pakistan, ad esempio, restano spesso su posizioni contrapposte, specialmente dopo l’attentato in Kashmir del 22 aprile. Tuttavia, il vertice segna il ritorno di del premier indiano Narendra Modi in Cina dopo sette anni (Reuters), in un momento in cui i rapporti tra India e Cina sembrano in fase di distensione (Mint). Le aspettative sono alte per un possibile incontro bilaterale tra Xi Jinping e Modi, che potrebbe aprire nuove prospettive sul fronte commerciale, ambientale e tecnologico (Cnbc).
Anche il presidente iraniano Masoud Pezeshkian si recherà in Cina per il vertice dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai. Con le sanzioni occidentali ancora in vigore, Teheran sta spostando la sua attenzione su altri partner globali (Dw).
La Russia guarda con particolare interesse al summit. Isolata dall’Occidente a causa della guerra in Ucraina, Mosca punta a utilizzare la cornice della Sco per rinsaldare i rapporti con partner asiatici e mediorientali (Cnn). La presenza del presidente russo Vladimir Putin in Cina si prolungherà anche dopo il summit, in occasione della parata militare organizzata a Pechino per celebrare l’ottantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale (Reuters).
Molti osservatori ritengono inoltre che il summit avrà soprattutto un forte impatto simbolico, consolidando narrazioni alternative all’ordine internazionale dominato dall’Occidente. La Cina intende mostrare al mondo che esiste un altro polo di potere, basato su cooperazione non allineata e nuove regole globali (Scmp) .
Oltre al linguaggio diplomatico, infatti, la Sco porta avanti progetti concreti come il “Luban Workshop”, nato in Cina e ormai replicato in diversi Paesi membri per formare personale tecnico in settori strategici.
Il principale limite dell’organizzazione resta la sua struttura decisionale, che richiede l’unanimità e rende difficile un’azione politica rapida ed efficace (The Strategist). Per questo molti analisti sottolineano che la forza della Sco risiede soprattutto nella sua capacità di rappresentare un’alternativa narrativa al potere occidentale, più che nella sua dimensione operativa immediata (The Conversation).
In ogni caso, il summit Sco 2025 potrebbe rappresentare un punto di svolta per la geopolitica internazionale. In un mondo segnato da conflitti, crisi economiche e transizioni tecnologiche, il fatto che oltre trenta leader si riuniscano per discutere di cooperazione e sviluppo è di per sé un segnale importante. La Sco non è più solo un forum regionale: è ormai una delle arene in cui si ridefinisce la mappa del potere globale (Corriere).