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Confini digitali e frontiere future

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di: redazione
2/1/2020
Confini digitali e frontiere futureConfini digitali e frontiere future

Pubblichiamo uno dei testi del nostro libro “L’anno che verrà – 2020” scritto da Luca De Biase

Il settore della tecnologia digitale è stato pienamente coinvolto dalla grande conflittualità commerciale mondiale – a base di dazi, veti, annunci più o meno drammatici e ripensamenti abbastanza repentini – e non ci sono motivi per immaginare una grande pacificazione generale, a meno che i sondaggi nell’anno elettorale non inducano Donald Trump a tornare sui suoi passi.

In questo contesto, gli americani tentano di boicottare le importazioni di materiali per le telecomunicazioni dalla Cina, impediscono acquisizioni di aziende americane da parte di cinesi, tentano di fare sistema per proteggere il loro esiguo vantaggio sull’intelligenza artificiale. I cinesi bloccano le aziende americane che non accettano di collaborare nelle forme di controllo sociale che il governo locale opera utilizzando le reti digitali: una politica che ora si è estesa anche al territorio di Hong Kong, diventato il centro della protesta in Cina, che non tornerà a godere della relativa libertà che poteva vantare in precedenza, anche perché il contesto della guerra commerciale con gli Usa ha ridotto gli incentivi al tentativo di mantenere una facciata liberale per fare bella figura con la potenza avversaria. In questa grande contrapposizione, gli europei non cessano di cercare vie più efficaci di contrasto allo strapotere americano – per via di antitrust, protezione della privacy, coordinamento delle politiche fiscali – ma anche lanciando piattaforme alternative, come Gaia-X, il servizio europeo di cloud computing lanciato in Germania da Sap e altri giganti.

Le attese 2020 sono concentrate sugli investimenti per l’implementazione delle nuove reti 5G che dovrebbero aumentare le possibilità di sviluppo di tutto ciò che viene classificato come “internet delle cose”: oggetti connessi che, a partire dalle macchine utensili in fabbrica, fino alla domotica e alle automobili, condividono dati in rete per migliorare le loro prestazioni attraverso servizi automatizzati in cloud. Non ci saranno rivoluzioni nel 2020 ma un’evoluzione importante in parallelo al dispiegamento delle nuove reti.

Si parlerà di “intelligenza artificiale on demand” e altre soluzioni per applicare in modo semplice le soluzioni di riconoscimento di immagini e testi che si sono finora trovate: sarà un modo per tenere viva l’attenzione su un filone di innovazioni che resta ancorato al machine learning per ora. Si vedranno ancora diversi nuovi gadget che si comandano con la voce e che saranno connessi in rete. Ma soprattutto cresceranno i servizi software che usano questo genere di hardware. La battaglia per le piattaforme video potrebbe diventare piuttosto cruenta con l’entrata di quattro o cinque grandi player nello spazio che è stato aperto da Netflix. L’impatto della nuova ondata innovativa potrebbe colpire soprattutto il settore della sanità (macchine per le diagnosi automatiche), delle banche (costrette ad avviarsi alla ricerca di un nuovo modello di business, mentre le loro fonti di reddito tradizionali si vanno assottigliando), della robotica (sia a livello professionale che commerciale). Il Giappone
proseguirà nel tentativo di avere taxi affidabili a guida autonoma per le Olimpiadi e, si direbbe, per lanciare i primi robot sulla Luna allo scopo di realizzare una presenza stabile sul satellite anche se priva di umani.

Lo scioglimento dei ghiacciai e dell’Artico continuerà con evoluzioni anche clamorose delle condizioni climatiche. La ricerca di innovazioni tecnologiche per adattare le società alle nuove condizioni ambientali comincerà ad
assumere una certa rilevanza, per quanto riguarda l’energia, i materiali, gli insediamenti abitativi e la forma delle città, l’alimentazione.

Non ci saranno novità sostanziali sul piano delle forme di autoregolazione da parte delle grandi piattaforme digitali in materia di fake news e in generale di qualità dell’informazione: il modello di business pubblicitario continuerà a indurre i comportamenti finora tenuti da quelle aziende. Ma ci saranno nuove piattaforme. Compresa Wikitribune, lanciata dal creatore di Wikipedia. Gli annunci di attacchi alla cybersecurity non cesseranno e aumenteranno di intensità. Non si vede qualcosa di sostanziale se non un’escalation continua. L’utilizzo delle potenzialità del quantum computing per decrittare le informazioni online non sarà possibile fino a che non ci sarà una diffusione significativa di queste macchine. Si potrebbe sperare in un lavoro preventivo da questo punto di vista, ma il timore è che ancora una volta gli umani manchino di lungimiranza. Si assisterà a un nuovo confronto tra l’afflusso di nuovi gadget (comprese le nuove versioni di occhiali per la “extended reality”) e le applicazioni per la riduzione delle dipendenze dalla tecnologia digitale.

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